Nella nostra breve ma in tensa attività di studio e ricerca in favore degli anziani, siamo arrivati a delle conclusioni sorprendenti, almeno per noi, tre in particolare:
1) Povertà o pura sopravvivenza con le pensioni italiane. Analizzando le statistiche INPS (vedi a pag. 167 del nostro libro ESISTENZA) si scopre che su 17,8 milioni di pensioni, ben 5,0 milioni ricevono meno di 500€ mensili: in definitiva povertà assoluta! e altri 6,4 milioni hanno importi mensili tra 500€ e 750€: pura sopravvivenza.
2) Il nostro paese non è vocato particolarmente al volontariato, contrariamente alla convinzione comune, la nostra posizione è in classifica al quartultimo posto fra i 28 paesi della Comunità Europea. Non solo ma nell’ultimo libro di Papa Francesco “Io avrò cura di te” curato da Riccardo Bonacina edito da Solferino, che verrà presentato il 5 dicembre prossimo a Firenze, si legge che le più recenti rilevazioni Istat confermano che i volontari sono diminuiti di un milione e mezzo di unità rispetto al 2015.
3) Gli anziani come fascia d’età più adatta a fare volontariato Può sembrare un’idiozia pensare che i più fragili possano aiutare i propri simili. In effetti il rapido invecchiamento della popolazione è consentito dai progressi della medicina e dalle migliorate condizioni di vita, che hanno reso possibile – in poco più di 60 anni - una speranza di vita degli ultrasessantacinquenni di oltre 20 anni, dei quali 17 in buona salute. Quindi va riconsiderato il ruolo dei “senior” per il loro passaggio ...dal lavoro produttivo all’attività produttiva e sociale.
Analizzando la legge sul volontariato, riferita in particolare alle condizioni imposte ai propri volontari, si scopre che: L’articolo 17, comma 3, D. Lgs. n. 117/2017 stabilisce che “l’attività del volontario non può essere retribuita in alcun modo, nemmeno dal beneficiario” Può essere corrisposto un rimborso spese anche per autocertificazione resa dal volontario, ai sensi dell’art. 46 del D.P.R. 28/12/2000, n. 445 quando l’importo non superi 10,00 Euro giornalieri e 150,00 Euro mensili. Il rimborso dovrebbe coprire le spese per recarsi alla sede dell’associazione e al pranzo. Un’esperienza personale: ho utilizzato per un po’ di tempo il servizio Auser - famosa ed efficientissima associazione di assistenza agli anziani - per il trasporto di solito verso strutture ospedaliere e simili e chiesi al mio solito “autista” quali erano i compensi che percepiva e mi confermò i limiti che ho indicato. La sua residenza era fuori città e l’autobus impiegava ogni mattina 1ora e venti per portarlo alla sede dell’associazione, l’abbonamento costava 33€ al mese e doveva pagarsi il pranzo – il più delle volte un primo, acqua e un caffè al giorno, del costo che si aggira tra gli 8 e i 10€: Confessione: ci rimetto, ma non so stare senza far nulla e così mi sento attivo e con un ruolo.
La proposta, difficile da digerire e da applicare, ma necessaria! Tenuto conto degli importi pensionistici una integrazione retributiva, che copra realmente le spese vive e che integri in minima parte il reddito, anche modesta, potrebbe incentivare il molto il volontariato,, “attivando” più anziani, non solo, ma recuperando le perdite e occupando persone che per legge e non per decisione propria, hanno perso ogni ruolo superando la soglia dei 65 anni!.
Le obiezioni potenziali sono due: il volontariato è un’azione a cui non si attribuisce un valore economico, ma di vocazione all’aiuto degli altri e poi non ci sono soldi!
Noi siamo dell’idea che, vista la rivoluzione demografica in corso, si debbano rivedere anche i ruoli delle varie fasce d’età.
Giampaolo Pacini
© 10/2023
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