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“Inverno demografico: miopia e contraddizioni evidenti!”

La struttura demografica della popolazione del Paese è profondamente cambiata e sembra, dalla visione e dalle decisioni della classe dirigente, che nel corso degli ultimi settant’anni gli obiettivi siano sempre gli stessi: anticipare l’entrata in pensione (il meritato riposo!), incrementare il tasso di occupazione dei giovani (NEET) e del lavoro femminile, limitare l’immigrazione.Posizioni contradittorie che rischiano la sottovalutazione di una seria crisi demografica con forti influenze nell’ambito del “lavoro”

I principali fenomeni negativi che dovremo superare saranno:

·       una crescente diminuzione delle nascite (1,21 nati per ogni donna)

·       Un elevato numero di pensionati (nei prossimi cinque anni andranno in pensione tre milioni di persone, che si aggiungeranno a quelle attuali (17.775.766)

·       Un numero sempre minore di persone attive (tra il 2024 e il 2028 contro un fabbisogno di 3,6 milioni di persone attive ne entreranno poco più di 1,6 milioni, con una carenza di 2 milioni di persone (oggi 23,7 milioni) ci avvicineremo quindi alla parità fra attivi e pensionati!                    

Come coprire questa enorme quantità di persone attive?

·       Promuovere la natalità? le previsioni indicano una inversione di tendenza solo fra trent’anni

·       L’immigrazione? innanzitutto è contrastata dalla politica attuale, non solo ma l’offerta in termini qualitativi non è coerente con la domanda

·       Incremento del lavoro femminile? Un problema culturale, qualsiasi azione ha effetti a lungo termine

·       Promuovere l’inserimento dei cosiddetti NEET, i giovani vengono adesso assunti con contratti precari, sottopagati, in posizioni non coerenti con la preparazione e molti fuggono all’estero. Cambiare la cultura delle imprese? Improbabile a breve.

 

Una soluzione con effetti a breve termine - com’è necessario - è raggiungibile solo rendendo libera la scelta se continuare a lavorare anche dopo la pensione, ai 10 milioni di over 65 su 15, “sani” e con caratteristiche fisiche e cognitive ancora efficienti.Certo è necessario regolamentare le condizioni per la prosecuzione, fissando le tipologie di lavoro coerenti con la fascia d’età, agevolazioni fiscali per il cumulo con il reddito da pensione, contributi previdenziali  che producano nel tempo un aumento della pensione.

Speriamo si esca dalla miopia attuale!

Giampaolo Pacini

Presidente AttivaMENTE APS

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