Un sessantacinquenne degli ani cinquanta non è paragonabile a uno della stessa età di oggi, sia fisicamente che cognitivamente e quindi è necessario una riformulazione del profilo e del ruolo della fascia d’età che sarà presto un terzo della popolazione.
La decisione di stabilire il confine oltre il quale si diventa anziani, cioè 65 anni, è stato attribuito due secoli fa al cancelliere tedesco Von Bismarck ed è rimasto tale fino a oggi, ma non è più sostenibile da tempo.
In un congresso del 2018 della Società̀ Italiana di Gerontologia e Geriatria è stato proposto lo spostamento di questa soglia a 75 anni.
Un 65enne di oggi ha infatti la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di 30 anni fa e un 75enne quella di un individuo che aveva 55 anni nel 1980.
Non solo ma nel 1980 gli over 65 erano il 13,1% della popolazione mentre oggi sono il 24% e nel 2050 saranno il 35%.
Questa profonda evoluzione demografica richiede una radicale revisione del ruolo di un terzo della popolazione a livello sociale, economico e politico.
· Gli anziani di oggi sono più sani e in forma. Hanno una maggiore aspettativa di vita e hanno meno probabilità di soffrire di malattie croniche come il cancro, le malattie cardiache e il diabete.
· Gli anziani di oggi sono più attivi e cognitivamente stimolati. Partecipano a più attività di apprendimento e socializzazione, il che può aiutare a mantenere la loro mente attiva e in forma.
· Gli anziani di oggi sono più informati e istruiti. Hanno più probabilità di aver completato l'istruzione superiore e hanno accesso a una maggiore quantità di informazioni.
· Gli anziani di oggi sono più coinvolti nella società. Sono più propensi a lavorare, a fare volontariato e a partecipare a attività sociali.
Queste differenze sono il risultato di una serie di fattori, tra cui il miglioramento delle condizioni di vita, l'aumento della longevità e l'accesso all'istruzione e alle informazioni. Gli anziani di oggi sono una popolazione sana, attiva e cognitivamente stimolata. Sono una risorsa preziosa per la società e hanno molto da offrire.
Conclusioni: è assolutamente necessario rivedere il rapporto con il lavoro, che non può interrompersi drasticamente al compimento dei 65 anni, ma deve poter continuare con regole che ne definiscano le condizioni, soprattutto in termini di tipologia, sicurezza, remunerazione ed effetti previdenziali.
La soluzione: un protocollo di accordo nazionale, propedeutico a un decret legge apposito.
Giampaolo Pacini
Presidente AttivaMENTE