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Dare un senso alla vecchiaia

Aggiornamento: 27 feb 2023


Interessante incontro di oggi a Rebus (RaiTre) sulla vecchiaia, moderato dal bravo Giorgio Zanchini, tra il prof. Vittorino Andreoli (82), decano della psicologia italiana e Corrado Augias (88), giornalista, scrittore, definito da molti come eterno difensore del pensiero laico.

Non voglio fare la cronaca della trasmissione (per chi lo volesse rivedere può connettersi a Rai Play – Rebus del 26/02/2023) ma riflettere su alcune affermazioni che hanno confermato la nostra missione, rafforzando in noi la volontà di proseguire con determinazione ad affermarla.

Il prof. Andreoli autore del libro “Lettera a un vecchio”, contento di esserlo, non rifiuta la parola “vecchio” perché questo termine esprime una fascia esistenziale di grande dignità e le parole senescenza, longevità, terza e quarta età, vengono utilizzate solo per allontanarla: è tempo di non mascherare più questo capitolo della nostra vita, come non bello, non elegante, perché è in realtà un momento vitale di grande importanza, che coinvolge – tra l’altro – un quarto della popolazione italiana.

Augias, dichiarando una salute “decente” ed una lucidità mentale “integra”, afferma di lavorare bene e cita il romanzo di Italo Svevo “Senescenza” in cui il protagonista sopravvive bene “se ha un progetto”, uno scopo nella sua vita e non invecchia nel senso deprecato della parola, ma è una persona che si comporta come una qualunque altra persona.

Andreoli, ancora: la vecchiaia ha una visione del mondo particolare che serve alla società, i vecchi vogliono vivere, non sono affatto attenti alla morte, ma vogliono avere un senso, bisogna però che la società glielo dia.

Infine il problema del passaggio fra generazioni dei “saperi” che sembra attraversare un momento di grande difficoltà. Viene citata la canzone di Bob Dylan “The Times They Are a-Changin’ “ che dice “...Il vostro antico percorso - Rapidamente decade - Gentilmente levatevi dal nuovo - Se non potete aiutare -'Ché i tempi stanno cambiando” incitando platealmente i vecchi a farsi da parte.

Noi crediamo invece che i vecchi debbano adoprarsi nel motivare i giovani ad acquisire le loro conoscenze e che loro stessi non trascurino l’acquisizione delle nuove conoscenze, come la digitalizzazione.

Leggere nella pagina “i nostri progetti” le attività di AttivaMENTE a favore di questa evoluzione.

Giampaolo Pacini ©2023

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