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Consulenza ponte,

verso una buona vita in pensione

Guida ad una longevità generativa

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di Giorgio Paladin

La preparazione al buon vivere in pensione è un processo che si rivela particolarmente interessante ed efficace se viene affrontato in anticipo rispetto all’età pensionabile. La persona estende la sua visuale su un orizzonte temporale di alcuni decenni. Accompagnata dal consulente di carriera, considera come ha finora distribuito la sua energia nelle diverse sfere della vita (forse quella del lavoro è stata predominante) e decide, in base a nuove priorità frutto della maturità, come riproporzionare e ridistribuire il suo impegno: nella sfera del lavoro retribuito, ancora molto coinvolgente fino alla pensione e che poi rallenterà o si concluderà lasciando  più campo alle altre sfere di natura individuale o sociale; nella sfera dell’identità personale, in cui albergano tanto le sensibilità e i valori individuali quanto l’attenzione per il benessere psicofisico; nella sfera della relazione intima primaria e dei rapporti nella famiglia ristretta e in quella allargata; nelle relazioni sociali, da quelle più occasionali degli ambienti di frequentazione a quelle più stabili delle affinità elettive e dei coinvolgimenti profondi; nella sfera dello spirito, riferita a ciò che eleva e a ciò che coinvolge emozionalmente; e in quella dello svago, con la coltivazione di interessi ludico-culturali e momenti di genuino divertimento.

La persona viene accompagnata in un processo di riflessione e di autoanalisi basato sugli incroci tra i valori personali generatori di energia vitale e i sistemi ambientali in cui tali valori potranno rinnovarsi ed esprimersi (in un asse: l’autocoscienza, la capacità realizzativa di obiettivi, le relazioni interpersonali, la creatività giocosa, la ricerca di significato, lo spirito di servizio e contributo; nell’altro asse: il sistema della cura di sé, i sistemi di coppia - di famiglia - delle amicizie, i sistemi del lavoro, il sistema sociale e ambientale, il sistema del tempo libero).

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Il punto di arrivo è un piano ponderato di opzioni, confermato da un’autodichiarazione d’intenti e di programma, con un chiaro senso di scopo della vita che è davanti: “chi sono”, “cosa voglio fare”, “dove voglio andare”.

L’approccio “welfare aziendale”

Arriva il tempo in cui gli uomini e le donne che hanno calcato la scena aziendale per un buon numero di anni sono predisposti per un bilancio del loro posizionamento nella carriera lavorativa e nella vita. È il tempo in cui l’individuo ha preso la misura di sé in termini di potenzialità di realizzazione personale e sociale, si domanda come meglio gestirsi nel confronto tra le aspettative dell’azienda e il suo equilibrio vita/lavoro, e guarda oltre verso gli scenari di vita in pensione.

Uno può avere idee precise. Un altro può avere idee ma non una linea di sviluppo. Un terzo può non avere idee. C’è chi punta solo alla rendita vitalizia, chi aspira ad un nuovo equilibrio di operosità e di buon vivere, chi vorrebbe strutturare un nuovo modello di vita. C’è lo stacanovista che vorrebbe continuare nel lavoro pieno anche dopo la pensione, ma anche chi non ne può più di lavorare e culla l’idea della leggerezza.

Nell’infinita diversità di situazioni e motivazioni degli individui non ci sono specifici modelli di riferimento su cui basarsi per la vita in pensione. Può invece essere l’azienda, con approccio lungimirante, a mettere a disposizione dei collaboratori senior l’accompagnamento personalizzato del consulente di carriera.

L’accessibilità delle persone a questo strumento di progettazione del futuro può essere prevista come opzione nel sistema welfare dell’azienda. Con il rispetto dell’individualità dei dipendenti che vi vogliono accedere, con la volontarietà di adesione e con la riservatezza, viene data la possibilità di pensare ed esprimersi in libertà su un piano di progettualità personale ad ampio spettro. L’azienda onora così la sua sensibilità etico-sociale, consentendo ai dipendenti senior di valutare e decidere ciò che è meglio nel loro sviluppo d’ora in avanti. Investire nella crescita anche negli ultimi tempi della carriera in azienda dei collaboratori, per un verso aumenta la possibilità di loro realizzazione professionale e personale e porta un buon ritorno alle aspettative dell’azienda dai suoi “senior” finché sono in azienda e, per altro verso, rafforza la vitalità costruttiva che una volta in pensione potranno valorizzare per sé stessi e per il loro ambito familiare e sociale. 

Guida ad una longevità generativa

Non sempre la prospettiva di lasciare l’azienda è gradita. Può avere effetto condizionante nelle persone il senso di disagio che sorge all’idea di perdere i benefici del lavoro in azienda che hanno avuto per tanto tempo. Non è solo o non è tanto una questione di valenza economica, quanto il timore del senso di vuoto (vacuum) determinato dalla perdita di altre quattro valenze.

 

C’è la questione della gestione del tempo, ovvero la regolazione della quotidianità e la sincronia con l’informazione e con la vita nel mondo del lavoro. Con quale ordine e tempo si riempirà l’agenda? Come la nuova quantità di tempo libero potrà essere valorizzata senza sprechi?

C’è il calo del sentimento di utilità o scopo del lavoro di una vita, con il suo significato di vitalità e di contributo al mondo. Come potrebbero riproporsi questi sentimenti di onorevole realizzazione personale dopo l’uscita dall’azienda?

C’è la perdita dell’immagine sociale collegata al lavoro e alla relativa visibilità identitaria verso di sé e verso gli altri. Quanto è importante lo status legato alla carriera lavorativa trascorsa? Ci potrà essere una forma di suo prolungamento o di soddisfacente alternativa?

C’è infine l’indebolimento delle occasioni di rapporti umani e di socializzazione formale e informale che sono normalmente offerte dall’ambiente di lavoro, derivanti da connessione, interscambio comunicativo, interazione. Quanto di questo rimarrà dopo l’uscita da quell’ambiente? Quanta compensazione ci sarà o si dovrà cercare nell’ambito privato e sociale? 

A fronte di queste percezioni e di questi interrogativi, il ruolo del consulente di carriera è quello di far razionalizzare alle persone la maggiore convenenza a guardare avanti con senso pratico, poiché esistono e possono essere identificati scenari/attività su cui proiettarsi che siano alternativi e compensativi delle usuali valenze del lavoro che verranno a mancare. È conveniente infatti essere resilienti e privilegiare l’opportunità di dedicarsi costruttivamente al futuro, avendo un nuovo orizzonte temporale ampio di alcune decadi in cui dare significato a nuove durature interpretazioni della vita. 

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Il beneficiario dell’accompagnamento ha l’opportunità di scoprire chi è al livello più profondo, di trovare una nuova valutazione di sé al di là di quanto ha finora sperimentato nella sua vita. Con ciò arriva a comprendere il giusto equilibrio tra il suo mondo interiore e quello esteriore, equilibrio sul quale può definire nuove linee di personale realizzazione che abbiano scopo trainante e senso di significato per le stagioni che ha davanti.

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Una prima area di riflessione progettuale è quella che si riferisce alla valorizzazione del “tempo liberato” e quindi della possibilità di dedicarsi con nuova consapevolezza agli aspetti della vita in cui l’individuo è più specificamente umano: lo spirito e la mente, l’intimità, lo star bene, il far stare bene, la reciprocità di buoni rapporti sociali. La preparazione con metodo tocca ipotesi di scenario che facilitano l’immedesimarsi della persona e l’aiutano a programmare con un suo personale livello di leadership individuale tanto la distribuzione qualitativa e quantitativa degli impegni (personali, familiari, sociali) quanto la combinazione di piacere e sviluppo (personale e relazionale) nel campo della cultura e dello svago.

Le persone possono da un lato indagare e anche scoprire con spirito pratico e costruttivo le loro migliori potenzialità e aspettative per il futuro aziendale, personale, familiare, sociale.

Lavoro, altro lavoro, non lavoro

Hanno così modo di discernere le motivazioni e allineare le conseguenti priorità materiali ed esistenziali. Possono capire se nel loro progetto di vita prevale il desiderio e il futuro bisogno di integrare il reddito pensionistico oppure la ricerca di scopo e di benessere interiore - dove cercare e realizzare l’una o l’altra cosa - se continuare ad esprimersi in un contesto professionale o profondere le energie su attività di cura nell’ambito privato - se stare agganciato alle proprie aree di competenza professionale o cimentarsi in altre attività esercitando la creatività generativa dell’età matura, nonché scoprire capacità e abilità utili a riconvertirsi in ambiti diversi da quello abituale. Possono sensibilizzarsi sulla restituzione di parte di ciò che hanno avuto dalla vita, supportando la crescita professionale e personale dei giovani e dando sostegno al mondo del volontariato. Possono capire se preferiscono e possono permettersi di smarcarsi definitivamente dal bisogno di profitto, puntando su leggera e virtuosa operosità a favore della comunità, sull’ozio creativo o sull’hobby di una vita, sulla salubrità di programmi di attività fisica e ludica e sull’alimentazione di passioni culturali.

Le persone giungono così a: a) stabilire criteri di comportamento e azione per la migliore combinazione di benessere professionale e qualità di vita nel tempo fino alla pensione, b) definire da subito i sensi di scopo e gli obiettivi di vita di medio e lungo respiro, da portare avanti con una progressione di vitalità generativa e di realizzazione personale e sociale nel tempo del pensionamento, c) contezza delle loro potenzialità lavorative e visione di dove tali potenzialità possono trovare concretizzazione.

Leggerezza e realizzazione in campo sociale

Altra importante riflessione che il candidato al pensionamento attivo può fare grazie all’accompagnamento strutturato è quella riferita all’opportunità di trovare senso di scopo e realizzazione nel campo dell’impegno sociale. È un campo molto ampio e ampiamente ricettivo, nel quale le persone votate a un ruolo attivo fuori del loro abituale contesto aziendale possono avere un peso significativo in nobili attività di impegno civico, utili a realizzarsi sul piano umano e professionale e al tempo stesso utili a ricevere meritorio riconoscimento nella comunità.

Ci sono due aspetti, fra loro collegati, a favore di chi si vuole avvicinare a quel mondo. Uno è la relativa facilità di accedervi derivante dalla gratuità dello spirito di volontariato con cui ci si offre. L’altro è la possibilità di scegliere, fra le tante organizzazioni di volontariato esistenti, quella che meglio consente di collegare operativamente le proprie affinità elettive con la tipologia di apporto filantropico, e contemporaneamente apportare propria esperienza professionale come supporto tecnico-gestionale all’organizzazione stessa.

Adeguatamente calibrata sulle motivazioni e sulle competenze personali, l’attività nelle organizzazioni del volontariato e della promozione sociale consente alle persone di ritrovare le valenze che prima appartenevano all’iter di carriera in azienda: regolazione del proprio tempo su programmi e impegni, sentimento di soddisfazione - utilità - contributosociale, valore identitario verso di sé e verso gli altri, continuità rapporti umani attivi e amicali.

Tutto ciò con qualcosa in più. Con la vitalità positiva derivante dalla combinazione di impegno, prestazione e leggerezza che caratterizza chi è alimentato da spirito di volontariato. Con la dedizione al bene comune del proprio patrimonio di energia e competenza. Con l’opportunità di abbracciare nuove tipologie di dinamismo gratificante sul piano personale e di mantenersi “moderno” nel tempo grazie alla presenza attiva nel mondo e all’interscambio con altre persone di provenienza culturale e professionale diversa e con persone appartenenti a generazioni diverse. Con l’arricchimento di un portafoglio ibrido di conoscenze, competenze, abilità e valori morali che alimenta una continuità di crescita personale che rende degna di essere ben vissuta la “seconda parte della carriera della vita”.

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